martedì 21 agosto 2012

In Italia spariscono 1.626 aziende al giorno. La pressione fiscale è nell'ordine del 75%. Rispettabili analisti sostengono che non sia remunerativo aprire un'azienda in Italia.
Sfido, intraprendere un'attività onesta in questo paese è solo un modo per indebitarsi e consegnarsi nelle mani di Equitalia, organo considerato portatore di giustizia ed equità, tanto dalla cosiddetta società civile tanto quanto dai banchieri. Poco importa se tra le vittime di codesti usurai di stato non si conti mai un banchiere, né qualche dirigente di grossi gruppi commerciali e multinazionali. A loro l'esonero è garantito per legge, basti pensare che Auchan emette scontrini non fiscali. Questa notizia "stramente" non appare sui giornali cosiddetti giustizialisti che incensano la guerra santa contro il "furbetto". Le vittime sono spesso disoccupati, licenziati, cassintegrati, pensionati e piccoli imprenditori resi indigenti e quindi impossibilitati ad onorare la miriade di tasse e
balzelli. La retorica contro l'evasione fiscale non ha altro fine che quello di giustificare la crociata volta al sequestro dei beni delle persone, prima di buttarle in mezzo ad una strada. Un operaio che venga licenziato potrebbe non essere più in grado di pagare il bollo auto, egli è considerato perciò un "furbetto". La retorica serve inoltre per denigrare e scoraggiare l'iniziativa privata, caposaldo di un sistema capitalista. Bene, chiunque abbia intenzione di aprire la partita iva sappia che con il suo gesto si aggiudica il titolo onorifico di ladro a prescindere. Poco importa se i proventi dell'estorsione tributaria finiscano a finanziare i salvataggi bancari e certo non i servizi  alla collettività. I demagoghi dell'evasione fiscale intendono far credere che tale "guerra" serva a redistribuire i redditi e garantire lo stato sociale. Poco importa loro se questa guerra è voluta da un banchiere, dal momento che pensano lo faccia "per il bene dei cittadini". Non credo proprio si tratti di ingenuità, piuttosto di complicità, malafede ed asservimento ai poteri forti.
I proventi della lotta all'evasione sono mai andati ad aumentare gli assegni per i disoccupati? Li hanno usati per aumentare le pensioni? Li hanno impiegati per evitare i tagli alla sanità? I moderni sceriffi di Nottingham e loro fan club mi sanno spiegare che razza di redistribuzione stiano attuando per giustificare la brutalità del sistema di riscossione vigente? O lo scopo di tale demonizzazione è quello di abituarci all'idea che lo Stato possa privarci di tutto dall'oggi al domani senza che sia dovuta alcuna spiegazione né tutela?

Abbiano il coraggio di dichiarare illegittima l'attività economica, perché è da vigliacchi criminalizzare chi indende "imprendere", dipingendolo come un truffatore. Ci dicano di cosa dovrebbe vivere la gente se nessuno più assume e si stritola quotidianamente l'iniziativa privata. Sarà lo stato ad assorbire coloro che il privato non potrà più permettersi di assumere? Non sembra questa l'intenzione, dal momento che per ottobre sono annunciati tagli dei dipendenti pubblici per 11 mila unità. Angeletti, grande astrologo, prevede che perderemo migliaia di posti di lavoro. Poverino, non si è accorto che tale trend è in atto da anni. Magari lui potrà chiarirmi riguardo a chi dovrebbe crearli questi posti di lavoro, se l'attività d'imprendere in Italia non solo non è remunerativa, ma diventa automaticamente sinonimo di attività criminale secondo gli apologeti anti-evasione. Certo, mi si potrebbe rispondere che l'evasione non è un diritto, constato però come non si diano tanta pena nello spiegare il motivo alla base del pagamento delle tasse, né  perché si consideri evasore anche un pensionato che non può pagare una multa. Lo Stato istituirà un reddito minimo di cittadinanza come vige da 20 anni nel resto d'Europa (con l'eccezione della Grecia)? Nemmeno questa speranza rientra nei loro piani, dato che prendere soldi per sopravvivere è consentito solo alle banche, non al cittadino che si siederebbe a mangiare spaghetti. Insomma, che crepi no? Od emigri in Cina?
I golpisti banchieri vedono la luce in fondo al tunnel e risultano credibili per Fitch, e Moody's dichiara che l'Italia sarà fuori dalla crisi nel 2013. Sulla credibilità delle agenzie di rating ogni parola è superflua. La politica opposta a quella dell'austerity per costoro è quella delle riforme, come se l'austerity non fosse stata imposta a mezzo riforme, sono 20 anni in Italia che si portano avanti queste riforme che spingono sempre di più gli italiani verso la povertà estrema.
La luce in fondo al tunnel per le vittime della povertà imposta anche tramite Equitalia è solo quella eterna, Ave al banchiere salvatore Monti. Cedolin riassume bene il concetto in Le torce della disperazione.

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