sabato 1 febbraio 2014


con buona pace degli esterofili internazionalisti che hanno sempre tessuto le lodi alle limpide istituzioni sovrannazionali tanto oneste rispetto a quelle italiane....
Ma come mai queste società di revisione dei conti degli stati sono tutte AMERICANE? Ma non era la Germania che ha piazzato le sue pedine in ogni istituzione per soggiogare il mondo?

il benvenuto della troika alla Croazia... Croazia: da 7 mesi nell’ Unione Europea e già commissariata




Se si pensa che nel 2005 era stata approvata una legge (la 262/2005), mai applicata, che prevedeva la ri-nazionalizzazione della Banca d’Italia con il passaggio del 100% delle quote dai privati allo Stato Italiano, si comprende agevolmente come questa manovra rappresenti in tutta evidenza un colossale “regalo” ai due grandi istituti in questione finalizzato a consolidare il loro potere in vista dell’imminente “unione bancaria” 

estratto:

La rivalutazione delle quote di BankItalia comporta varie cose:
1) Si tratta di un trasferimento di ricchezza pubblica a soggetti privati.
2) Si dà un po’ di cipria ai bilanci dei grandi gruppi bancari, rafforzando la loro posizione patrimoniale per passare gli stress test. La verità è che ancora una volta si interviene con risorse pubbliche a favore del settore bancario, senza in cambio ottenere garanzie per l’apertura dei rubinetti del credito.
3) Stabilito il tetto massimo del 3% alla partecipazione delle banche private in Bankitalia.Sarà impegno della stessa Banca d’Italia ricomprare le quote in eccesso al 3% in mano agli attuali soggetti. Pertanto, si spenderanno altri soldi pubblici per liquidare le quote. 4) Il Parlamento e quindi il Governo ha così scelto il mercato privato, invece del ruolo pubblico come sancito dalla norma del 2005 che prevedeva il ritorno della Banca d’Italia in mano pubblica.
5) Con la rivalutazione del capitale si sbarra la strada alla ri-nazionalizzazione della Banca Centrale, per fare una vera Banca Nazionale, essenziale per affrontare il problema del debito pubblico e aprire le linee di credito necessarie per famiglie e imprese.
Il dogma delle banche centrali indipendenti è parte essenziale della favola liberista, che considera l’intervento statale il male assoluto.




Il Britannia di Letta
di Marco Valerio Lo Prete - 01/02/2014

Chi sale a bordo delle nuove privatizzazioni. Gli interessi bancari (fondazioni) paiono sicuri. Le convenienze a breve del governo anche. Quelle di mercato, di governance e concorrenza, molto meno Continua su Libera Opinione

0 commenti:

Posta un commento