mercoledì 18 settembre 2013

Chi parla di luce in fondo al tunnel, di segni più davanti al Pil, di Ue come modello  DI SUCCESSO e visioni mistiche varie o prende dei potenti allucinogeni o semplicemente, questi erano gli obiettivi prefissati e stanno festeggiando il loro smisurato arricchimento ai danni della stragrande maggioranza delle persone. Il dramma, è che i popoli ancora ascoltano i loro aguzzini. Il 24 settembre ci sarà una manifestazione, forse la prima CONTRO IL VERO POTERE, ossia le banche. Vediamo quanta gente disposta ad aprire gli occhi c'è davvero. Di seguito, svariati articoli riproposti e consigliati per capire la reale entità di questo tunnel (si tratta di una "istantanea") CHE NON AVRA' FINE, almeno per noi 99%.
Barbara


estratto
Ma come!? Non era tutto sotto controllo? I conti pubblici non erano a posto e non ci sarebbe stato bisogno di una manovra finanziaria? Lettanipote oggi promette che
non sforeremo il rapporto deficit/pil del 3% dopo che il commissario europeo ha sbugiardato Saccomanni sbeffeggiando il suo ottimismo.
E' la fotografia di una classe dirigente che ha costruito le sue fortune sul falso in bilancio. A partire dal primo e mastodontico falso in bilancio fatto con i derivati sottoscritti dal Tesoro Italiano con a capo Mario Draghi per entrare in Europa (si aspettano ancora la tanto annunciata trasparenza su quei numeri), e poi via via con la non contabilizzazione di 80 miliardi di debiti verso i fornitori, la chiusura di tutti e due gli occhi su Monte dei Paschi, Carige, Banca di Roma, Unipol Fonsai, Telecom, per arrivare ai continui e ripetuti annunci menzogneri sui conti pubblici.



ecco perché manca il reddito di cittadinanza, tanto a parte i 5 stelle non lo chiede nessuno, tantomeno i sindacati. Ed ecco perché non ci sono soldi per abbassare la pressione fiscale, perché mai le sanguisughe dovrebbero avere pietà?


Chi salverà i salvatori?
Posted by Maurizio - 16 settembre 2013 - Blog
Che l’Italia sia un paese fortemente indebitato è noto a tutti (debito pubblico 2.073 miliardi a luglio e un rapporto debito/Pil verso il 130%), ma che l’Italia sia obbligata in base agli accordi comunitari a destinare parte dei suoi mezzi ai paesi europei non è altrettanto conosciuto (si veda anche l’Osservatorio trimestrale Italia: economia a metà 2013).

Le azioni che l’Unione Europea ha messo in campo nel corso del tempo per fornire un salvataggio ai paesi in difficoltà sono diverse e hanno visto un coinvolgimento dei membri dell’Eurozona differenziato.

Il primo intervento che ha visto impegnato il nostro paese è stato quello di sostegno alla Grecia (Greek Loan Facility); a partire dal 2010 l’Italia ha disposto un prestito iniziale di 3,9 miliardi che ha raggiunto nel 2012 la somma di 10 miliardi. Non vi dovrebbero essere ulteriori aggravi per questi prestiti bilaterali, semmai le incognite riguardano la restituzione; ma va anche detto che nel frattempo sono stati predisposti altri programmi che potrebbero farsi carico di un rinnovo del prestito e consentire il rimborso.



Dal 2011 infatti è entrato in funzione l’EFSF, Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria, sostituito dal giugno 2013 dall’ESM, Meccanismo Europeo di Stabilità; l’EFSF continuerà comunque la sua attività fino a quando tutti i prestiti emessi saranno rimborsati.

Dal 2011 al 2013 l’EFSF ha raccolto 98 miliardi mediante emissioni obbligazionarie e ha distribuito contributi per 162 miliardi a Irlanda, Grecia e Portogallo. Il programma di supporto per l’Irlanda sarà completato nel 2013, mentre quello di Grecia e Portogallo verrà ultimato nel 2014. Una volta completati i programmi, l’EFSF curerà il rinnovo delle emissioni sino a che tutti gli stati avranno restituito i finanziamenti concessi.

La quota italiana nell’EFSF è passata dai 3,1 miliardi di fine 2011, ai 26,9 miliardi del 2012, per raggiungere i 32,7 miliardi a luglio 2013.

Dal 2012 è attivo anche l’ESM, Meccanismo Europeo di Stabilità, che costituisce lo strumento permanente dedicato alla risoluzione delle crisi finanziarie dei paesi dell’Eurozona.

A regime l’ESM avrà una dotazione di 700 miliardi (la quota iniziale di 250 miliardi è stata ritenuta insufficiente) che è composta in:
  • 80 miliardi versati in proporzione da ciascuno stato.
  • 620 miliardi che gli stati sono tenuti “irrevocabilmente e incondizionatamente” a corrispondere in qualsiasi momento dietro richiesta, anche per compensare eventuali perdite sulla somma inizialmente versata.

Gli 80 miliardi hanno iniziato ad affluire a partire dal 2012, i pagamenti sono suddivisi in 5 tranche da 16 miliardi e si completeranno nel 2014.

L’Italia verserà in totale 14,33 miliardi pari a una quota di partecipazione del 17,9137%, ma risulta impegnata in modo inderogabile e a semplice richiesta a contribuire per 125,396 miliardi sull’intero capitale di 700 miliardi. A luglio 2013 il nostro paese aveva già versato 8,6 miliardi, e quindi ne dovrà versare ancora 5,7 per raggiungere la quota di propria competenza.

Nel Trattato di istituzione dell’ESM, sottoscritto da tutti i paesi dell’Eurozona, si possono trovare alcune particolarità:
  • L’inserimento di Clausole di azione collettiva per i titoli di Stato di nuova emissione che disciplinano la modifica delle loro caratteristiche dopo il collocamento (si veda l’articolo Effetto sirtaki sui titoli di Stato).
  • L’intervento a favore di salvataggi bancari, che possono avvenire solo in presenza di “bail-in”, cioè con la compartecipazione nel risanamento degli investitori e correntisti, salvaguardando i depositi sino a 100mila euro.
L’ESM ha già provveduto a versare 41,3 miliardi alla Spagna, che lo stato ha destinato al salvataggio bancario aggirando la clausola di “bail-in”, e ha fornito 3 miliardi a Cipro.


Per concludere, i contributi italiani a sostegno dei paesi dell’Eurozona hanno raggiunto nel tempo i 51,3 miliardi e sono ancora ben lungi dal vedere un termine. La domanda che sorge spontanea è come potrà un paese dall’equilibrio finanziario precario rispettare un deficit del 3% rispetto al Pil, il pareggio di bilancio dal 2014 e il rientro dal debito (fiscal compact) dal 2016?


 per Bill Gross l'uscita di scena di Summers è positiva per i mercati e prevede wall street in salita e il tasso del decennale in forte discesa con dollaro debole. I futures in america toccano il record...(petrolio ritraccia a 107).
non sarei sorpreso di vedere una discesa dei tassi al 2,5%, una salita di wally del 4%-5% e un dollaro a 1,38-1,40 (VERO DISASTRO PER L'ECONOMIA ITALIANA)

Former Obama aide Summers withdraws from Fed chairman. Summers non si dice disponibile per diventare capo della Fed. chiama Obama e gli da un bel due di picche. Obama e' il presidente americano peggiore della storia e verra' ricordato come il negro che ha distrutto gli stati uniti. Durante i suoi mandati il debito pubblico e' raddoppiato e il numero degli americani senza lavoro e' a livelli record. (contando quelli che sono fuori dal mondo del lavoro)
La Fed detiene carta straccia e il recente rialzo dei tassi ha  causato una perdita di 200 miliardi di dollari almeno...al bilancio...

The Fed's balance sheet liabilities, which are a broad gauge of its lending to the financial system, stood at $3.6026 trillion   SEPTEMBER 2013
The Fed's holdings of Treasuries rose to $2.012 trillion as of Wednesday, up from $2.001 trillion the previous week.
The Fed's ownership of mortgage bonds guaranteed by Fannie Mae (FNMA.OB), Freddie Mac (FMCC.OB) and the Government National Mortgage Association (Ginnie Mae) rose to $1.303 trillion
The Fed's holdings of debt issued by Fannie MaeFreddie Mac and the Federal Home Loan Bank system totaled $65.713 billion

LA DURATION MEDIA E' MOLTO ALTA, QUINDI, VISTO CHE I TASSI SONO SALITI DI CIRCA 1% E' STIMABILE UNA PERDITA DI 200 MILIARDI..
INTANTO IL DOLLARO SI INDEBOLISCE METTENDO IN CRISI LE ESPORTAZIONI ITALIANE

ECCO I NOMI DEI NUOVI CANDIDATI
PUTIN (dopo il suo articolo sul Nyt è il nmenro 1)
TRAPATTONI (per il suo eccezionale inglese)
BERLUSCONI (cosi' evita la prigione)


Grazie Italia e grazie EUROPA dei popoli, certamente non quello italiano e se Napolitano dice che l'Ue è un modello di sviluppo preparare bagagli, CI STANNO SFRATTANDO.

Mentre c'è chi, pur avendo sottoscritto il Trattato di Maachstricht, si "ribella" alla dittatura del 3%.
I Paesi Bassi, paladini del tetto al deficit, hanno deciso di non rispettarlo nel 2013

Il giullare Letta ci vuol far credere intanto che non sia già BRUXELLES a scrivere le finanziarie, COME concesso alla tecnocrazia europeide PROPRIO DA LORO CHE SONO I CAMERIERI DEI BANCHIERI. 
Per poter redigere una finanziaria in totale libertà, è necessario possedere la sovranità nazionale, cosa che è stata demonizzata al fine di poter far pignorare popoli e nazioni dall'élite della finanza mondiale. 

Fisco, ci aspettano 3 mesi da incubo. Diluvio di tasse e adempimenti

17 settembre 2013

di MARIETTO CERNEAZ

Manco il passato fosse stato rose e fiori. Ora, tre mesi da incubo attendono contribuenti e imprese. Da ottobre a dicembre li aspetta un ‘diluvio’ di adempimenti fiscali, in totale 187 pratiche, al ritmo di 2 al giorno, per un valore di 100 miliardi di euro.

Dall’Imu, all’Irpef, all’Ires, all’Iva fino alla Service Tax (un travestimento dell’IMu). E’ la Confesercenti a fare il conto, sottolineando che la mole di scartoffie in questi anni è cresciuta, dal 2011 se ne sono aggiunte altre 17, oltre agli obblighi formali. ”Le aziende muoiono di troppa burocrazia e troppe tasse oltre che di crisi”, è l’allarme lanciato dal presidente Marco Venturi, aprendo l’annuale appuntamento del Meeting Confesercenti alla ripresa autunnale.

Per le Pmi il peso delle tasse è ‘stellare’: ”addirittura al 68,3% (in alcuni casi si arriva anche oltre l’80%), una pressione fiscale che fa dello Stato il socio di maggioranza delle imprese. E’ arrivato il momento di dire basta, non ci stiamo più – ha detto – negli ultimi 18 mesi 101.000 imprese commerciali hanno chiuso”. E la ripresa è timida, ancora lontana. Ma dal suo inizio la crisi ha ‘bruciato’ mezzo milione di piccole imprese che si somma al 1,5 milioni di lavoratori dipendenti che non hanno più lavoro. E nel 2014 ci sarà il picco disoccupazione, ogni famiglia avrà 4mila euro in meno da spendere e questo produrrà un ulteriore calo dei consumi per complessivi 60 miliardi. Uno scenario da incubo rispetto al quale la Confesercenti tira le orecchie alla politica. ”Basta galleggiare, non sono più sufficienti i compitini – ha avvertito Venturi – la crisi fa paura e la politica deve smettere di guardare se stessa, guardi invece ai problemi reali di famiglie e imprese. Chiediamo che non ci siano più aziende costrette a chiudere”.

Quante volte abbiamo sentito imprenditori, cittadini e associazioni di categoria lamentarsi? Cosa è cambiato? Nulla, se non il fatto che la pressione fiscale aumenta, la burocrazia peggiora e l’Italia è sempre più inferno fiscale. Se vi piace così…
ECCO TUTTI I NUOVI RINCARI IN VISTA
I prossimi mesi e a partire dal nuovo anno entreranno in vigore moltissimi rincari su adempimenti e imposte che andranno a colpire i contribuenti italiani, soprattutto sul fronte dei consumi.  La colpa è delle ultime manovre attuate dal governo perlopiù mirate alla cancellazione dell’Imu sulla prima casa. Vediamo nel dettaglio cosa ci aspetta.

AUMENTO DELL’IVA

La data da segnare è il prossimo 1° ottobre quando rischia di scattare l’aumento dell’aliquota ordinaria dal 21% al 22%. Il nodo restano i fondi da trovare e il governo ha allo studio un provvedimento che farebbbe slittare nuovamente l’incremento.

Il rincaro colpirebbe, tra l’altro, abbigliamento, elettrodomestici ed elettronica di consumo, gran parte degli autoveicoli, servizi legali e professionali. Un ulteriore rinvio di qualche mese, però, si potrebbe accompagnare a una revisione – da attuare con la legge di stabilità – degli attuali “panieri” vale a dire dei beni e dei servizi a cui si applicano le aliquote agevolate (4% e 10%), che potrebbe scattare proprio dal 1° gennaio.

TASSA ALCOLICI

La tassa sull’alcool aumenterà le accise su birra, prodotti intermedi e superalcolici per recuperare parte delle risorse (448 milioni) a copertura del decreto scuola. Il tutto in tre fasi: un primo rincaro scatta il 10 ottobre 2013, un altro il 1° gennaio 2014, il terzo il 1° gennaio 2015. Nel caso della “bionda”, l’imposta cresce da 2,33 a 2,66 euro per ettolitro e grado il 1° ottobre, per passare poi a 2,70 da inizio 2014. Tenendo conto dell’Iva, che a sua volta grava sull’accisa, il rialzo è del 33%.

Non va meglio a prodotti alcolici intermedi e alcool etilico: il prelievo si allarga da 68,51 a 77,53 euro su tutte le bevande con gradazione inferiore ai 22 gradi, vino escluso, e addirittura da 800,01 a 905,51 euro per ogni ettolitro di etanolo.

COOPERATIVE SOCIALI

Un aumento dell’Iva dal 1° gennaio 2014 è stato già previsto dalla legge di stabilità 2013 per le cooperative sociali. Le prestazioni sociali fornite da cooperative sociali e loro consorzi, in esecuzione di contratti di appalto e di convenzioni in generale, sconteranno l’Iva del 10 per cento. Aliquota ordinaria, invece, le prestazioni svolte da cooperative non sociali e non Onlus e che non abbiano le caratteristiche per rientrare nell’applicazione delle esenzioni.

AUMENTO IVA EDITORIA

Il decreto sugli eco-bonus, prevede l’innalzamento dal 4 al 21% dell’Iva sui “supporti integrativi” dell’editoria. Cioè l’oggettistica venduta in una confezione unica con quotidiani, periodici e libri. Il regime speciale dell’aliquota scatta il 1° gennaio 2014, e si applicherà a «nastri, i dischi, le videocassette e gli altri supporti sonori o videomagnetici ceduti, anche gratuitamente, in unica confezione, unitamente a giornali quotidiani, periodici e libri». Si salvano dal rincaro i beni venduti con i libri per la scuola e l’università, inclusi dizionari e testi fruibili dagli ipovedenti. Nel rispetto di due condizioni: per essere considerato “didattico”, il bene non può essere commercializzabile separatamente e/o avere un prezzo distinto.

TASSA SIGARETTE ELETTRONICHE

Il dl lavoro, prevede una imposta di consumo del 58,5% sulle sigarette elettroniche dal 1° gennaio 2014. Ne pagheranno le conseguenze tutti i “i prodotti contenenti nicotina o altre sostanze idonei a sostituire il consumo dei tabacchi lavorati nonché i dispositivi meccanici ed elettronici, comprese le parti di ricambio, che ne consentono il consumo”. Quindi, le cosiddette svapore (“prodotti contenenti nicotina”) e tutti gli accessori che le fanno funzionare: batterie, ricariche ed essenze.

TASSE DISTRIBUTORI AUTOMATICI

Dal primo gennaio, il caffè della macchinetta sarà più salato del solito: l’aliquota fissa sui distributori automatici di alimentari e bevande è in crescita dal 4 al 10%. Il ritocco si scaricherà, testualmente, sulle “”somministrazioni di alimenti e bevande effettuate mediante distributori automatici collocati in stabilimenti, ospedali, case di cura, uffici, scuole, caserme e altri edifici destinati a collettività”.

SERVICE TAX

Nel 2014 ci sarà il debutto della service tax, che di fatto sarà un prelievo sia sugli immobili sia sul servizio rifiuti. La vera novità è che graverà per una parte – che il Governo ha già anticipato sarà limitata – anche sugli inquilini. Quindi non peserà solo su chi possiede l’immobile ma anche su chi vive in affitto.

IMPOSTA DI REGISTRO

Dal 1° gennaio 2014 in tutti i casi in cui si applica l’imposta fissa e non quella proporzionale la somma da pagare passerà da 168 a 200 euro. L’intervento contenuto nel decreto scuola (Dl 104/2013) riguarda tra gli altri diversi atti societari ma anche i contratti di comodato di beni immobili, gli atti costitutivi e modificativi di Onlus e di associazioni in genere, l’accettazione e la rinuncia di eredità, la pubblicazione del testamento, la procura, le convenzioni matrimoniali, le associazioni temporanee di impresa, l’atto istitutivo del trust, le convenzioni urbanistiche, il contratto preliminare, gli atti notori, i verbali di inventario.

POLIZZE VITA: MENO DETRAZIONI

Già dalla dichiarazione dei redditi 2014 ci saranno meno sconti fiscali per il bonus sulle polizze vita e infortuni. Il decreto Imu di fine agosto ha, infatti, ridotto il tetto massimo della detrazione Irpef da 1.291 euro all’anno a 630 euro per l’anno d’imposta 2013 e a 230 euro dall’anno d’imposta 2014. Che cosa significa? Il bonus fiscale (detrazione 19%) si riduce da 245 euro annui a 120 euro nella dichiarazione dei redditi (Unico o 730 da presentare l’anno prossimo) e a 44 euro per l’anno seguente.

ADDIZIONALI IRPEF

Sono 569 i comuni che alzeranno le addizionali Irpef comunali per garantirsi maggiori entrate. I lavoratori dipendenti cominceranno a sentire il rincaro a partire dalla busta paga di marzo. Gli autonomi e le imprese tassate a Irpef se ne accorgeranno in maniera più sostanziosa al momento dell’autoliquidazione a giugno-luglio del 2014.



LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2013

Finalmente anche i Giovani iniziano a capire che questa Italia non fa per loro (il post offre in omaggio una riflessione "sull'armata" del "torniamo alla lira"...)
.
In primis
chi non avesse ancora visto questo video se lo guardi e, se anche l'avesse già visto, se lo riguardi...
In secundis...
Durante questa Grande Crisi...i grandi assenti sono i GIOVANI.
Vi spiegavo il mio punto di vista nel post Cari GIOVANI...ma dove caxxo siete? del quale vi consiglio la rilettura.

Analisi socio-economico-generazionali a parte....
pare che FINALMENTE anche i Giovani Italiani (particolarmente mammoni e ben poco globalist)
stiano iniziando a capire che questa Italia "in un vicolo cieco" non è un posto che faccia per loro...
(a meno che non siano ricchi di famiglia od abbiano strette connessioni con qualche Casta)
Dunque, come consiglio da secoli in questo blog (spesso accade che l'informazione indipendente arrivi prima...), i Giovani italiani iniziano sempre di più a CAPIRE che sono costretti ad andarsene in altri Paesi dove abbiano maggiori possibilità di valorizzarsi.

La maggioranza dei giovani (51 per cento) sotto i 40 anni è pronta ad espatriare per motivi di lavoro.
E’quanto emerge da una analisi Coldiretti/Swg che evidenzia gli effetti nel 2013 del crollo del numero dei giovani al lavoro che sono passati da 6,3 a 5,3 milioni tra il 2010 e il 2013, sulla base dei dati Istat relativi al secondo trimestre.
IL 51% DEI GIOVANI VUOLE LASCIARE L’ITALIA......
.

 L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE NON GODE DEL PRIVILEGIO DEI SUSSIDI STATALI.
CLICCATE SUI VIDEO PUBBLICITARI

La visione negativa del futuro è confermata dal fatto che in generale – continua la Coldiretti – il 61 per cento dei giovani italiani che pensa che in futuro la sua situazione economica sarà peggiore di quella dei propri genitori, il 17 per cento uguale e solo il 14 per cento migliore, mentre il 9 per cento non risponde.
Per la prima volta dal dopoguerra la nuova generazione sarà più povera di quella che l’ha preceduta conclude la Coldiretti nel sottolineare che «la voglia di fare meglio è stato il motore che ha fatto crescere il Paese da generazione a generazione».....


Del resto i Giovani che non si fanno incantare dalle SIRENE
dei PALLISTI della Casta che presidiano le Istituzioni
o dei Maghi della soluzione miracolosa (per. es. MMT o Ritorno alla Lira...)
inziano a sperimentare sulla propria pelle certe tendenze
sia nazionali:

Roma, 15 settembre 2013 - L’Istat lancia l’allarme lavoro giovani: tra il 2010 e il 2013 è crollato il numero degli under 35 al lavoro, passati da 6,3 a 5,3 milioni (-1 milione)
Dalle tabelle dell’Istat, riferite al secondo trimestre, emerge la difficoltà nella quale si trova soprattutto la fascia tra i 25 e i 34 anni per la quale si è registrato un calo di 750.000 unità.
In maggiore difficoltà la fascia di età tra i 25 e i 34 anni, ovvero chi ha terminato gli studi o anche chi si è laureato e si cominciava a lavorare, molte volte formando una famiglia.....

sia GLOBALI....
(anche se la seguente analisi la fa troppo semplice scaricando la maggior parte delle colpe sull'austerity...mentre le cause sono molto più complesse ed articolate, come vi spiego da tempo)

Nel 2025, l’Europa sarà un continente definitivamente povero.
La recessione e le misure di austerità imposte per sconfiggere la crisi economica porteranno i cittadini sul lastrico e, secondo le stime pubblicate oggi, in Europa almeno una persona su tre vivrà in condizioni di povertà.
Secondo le stime pubblicate oggi da Oxfam, i nuovi poveri saranno 25 milioni, portando così il totale a 146 milioni, ovvero circa un terzo dell’intera popolazione Europea. Una volta raggiunta questa degradazione sociale ed economica, stima l’organizzazione, ci vorranno almeno altri 25 anni per recuperare gli standard di vita che conoscevamo 5 anni fa......
........Questi sono i dati sulla disoccupazione in Europa secondo la fonte della Commissione Europea e per l’Eurozona siamo al 12.1%.
Ma il peggio arriva quando si guardano ai dati sulla disoccupazione giovanile che in Europa si attesta ad una media del 24% e che peggiora andando a guardare i singoli paesi (in Italia siamo al 39.5%).......

Alla faccia della tanto decantata ripresina di Sakkommanis....
immaginatevi dunque cosa accadrà in Italia entro il 2025
se persino altri stati europei ben più efficienti di noi sperimenteranno queste tendenze....
E sono tendenze difficilissime da invertire, tanto più in questa Italia marcia ed i mano alla Casta ed agli italioti che continuano a supportarla...

Vedete...
purtroppo NON CI SONO SOLUZIONI NE' DI BREVE NE' DI MEDIO PER QUESTA ITALIA (di lungo chissà...)
Questa è LA DURA REALTA'. Punto.
E bisogna avere il coraggio di guardarla in faccia e di adattarsi...
senza credere nelle BALLE ISTITUZIONALI DELLA CASTA
e nemmeno nelle PANACEE a tutti i mali...come MMT o "torna alla Lira che ti passa"...
L'Italia è sommersa da un coacervo di problemi lungamente stratificati e profondamente radicati...e non basta agire su una sola variabile, purtroppo...(anche se potrebbe dare un po' di sollievo).
punto saliente poi continua qui Il grande Bluff

ed i paladini dei deboli ci dissero che la Ue era un grande progetto per i popoli europei contro i nazionalismi che ci spingevano alla guerra.....se vede per chi lavorano sti paladini

E questo è il loro devastante corollario. (FONDAMENTALE DA LEGGERE)
Dato per assodato che:
a) il governo dell’Italia intera risiede a Bruxelles presso la Commissione Europea e a Francoforte presso la Banca Centrale Europea, e NON più a Roma, in virtù dei Trattati europei ratificati dall’Italia (Maastricht, Lisbona, Fiscal Compact, MES, Europact et al.) che hanno privato il nostro governo di ogni reale potere (esecutivo, monetario e parlamentare) trasferendoli appunto a Bruxelles e a Francoforte.
b) di conseguenza il governo di Roma e il Parlamento italiano sono oggi istituzioni di facciata con poteri risibili e nessun potere sovrano di sostanza…
… vi mostro quale è il vero devastante corollario di tutto l’odierno funzionamento della UE e soprattutto dell’Eurozona, in particolare dei principali Trattati di cui sopra.
Dovete sapere che i primari Trattati di Maastricht, il Fiscal Compact, il MES, l’Europact, cui si aggiungono le concessioni di spesa pubblica offerte il 3 luglio all’Italia dalla Commissione Europea e il futuro Trattato per la nascita del Redemption Fund per i debiti pubblici dell’Eurozona, dovete sapere che tutti questi contengono la seguente clausola:
A PATTO CHE IL PAESE ADERENTE ADOTTI STRINGENTI MISURE DI AGGIUSTAMENTO DELLA SPESA PUBBLICA
Cioè, la nazione che ha ratificato o che ratificherà quegli accordi, come l’Italia, dovrà impegnarsi obbligatoriamente a
a) TAGLIARE LA SPESA PUBBLICA IN SERVIZI, SANITA’, ISTRUZIONE E INFRASTRUTTURE
b) TAGLIARE I SALARI PUBBLICI E LE PENSIONI
c) PRIVATIZZARE TUTTO CIO’ CHE E’ RIMASTO PUBBLICO, INCLUSA L’ACQUA E LE INFRASTRUTTURE VITALI DEL PAESE
d) LICENZIARE FETTE D’IMPIEGO PUBBLICO, ANCHE FRA GLI IMPIEGHI VITALI COME INSEGNANTI, VIGILI DEL FUOCO, POLIZIA E SANITARI
e) LIBERALIZZZARE OGNI SETTORE DELL’ECONOMIA, ANCHE QUELLI STRATEGICI PER L’INTERESSE PUBBLICO
f) RIDURRE AL MINIMO IL WELFARE E GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI

Ripeto che tutti i primari Trattati europei e quelli costituenti l’Eurozona contengono queste imposizioni, TUTTI.
Ora, la cosa da capire è che esse sono il dogma, la Bibbia, la spina dorsale dell’ideologia Neoliberista e Neoclassica delle elite del Vero Potere, cioè degli speculatori finanziari, dei tecnocrati bancari e dei mega industriali. Esse sono la loro linfa vitale, la loro mira primaria, il loro tutto. Sono in realtà questi dogmi, Bibbia, spina dorsale, raccolti in quella clausola, che devono essere imposti a milioni di cittadini e ai loro governi,e i Trattati assieme alla UE stessa e all’Eurozona sono solo IL VEICOLO per imporli. Capite? Non il contrario. Cioè:
A noi hanno raccontato che i Trattati, la UE e l’Eurozona sono il cuore di tutto, sono il goal finale di un grande lavoro, che sono le istituzioni cardine del futuro europeo. Ma non è vero. Il cuore di tutto, il goal ultimo, l'istituzione cardine del futuro europeo è quella clausola Neoliberista e Neoclassica socialmente distruttiva, che deve devastare intere società ed esautorare gli Stati per il profitto di pochi, mentre il resto, cioè i Trattati, la UE stessa e l’Eurozona sono solo uno scivolo ben oliato con cui imporre quella distruzione del bene pubblico. Oltre a questo scopo, i Trattati, la UE e la zona euro sono cose irrilevanti.
Ed ecco che oggi quell’impotente pupazzetto anemico di Letta deve in realtà obbedire all'ADOZIONE DI STRINGENTI MISURE DI AGGIUSTAMENTO DELLA SPESA PUBBLICA perché l'Italia le ha ratificate, quindi continuerà senza scampo a
a) TAGLIARE LA SPESA PUBBLICA IN SERVIZI, SANITA’, ISTRUZIONE E INFRASTRUTTURE
b) TAGLIARE I SALARI PUBBLICI E LE PENSIONI
c) PRIVATIZZARE TUTTO CIO’ CHE E’ RIMASTO PUBBLICO, INCLUSA L’ACQUA E LE INFRASTRUTTURE VITALI DEL PAESE
d) LICENZIARE FETTE D’IMPIEGO PUBBLICO, ANCHE FRA GLI IMPIEGHI VITALI COME INSEGNANTI, VIGILI DEL FUOCO, POLIZIA E SANITARI
e) LIBERALIZZZARE OGNI SETTORE DELL’ECONOMIA, ANCHE QUELLI STRATEGICI PER L’INTERESSE PUBBLICO
f) RIDURRE AL MINIMO IL WELFARE E GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI…
… per l’esclusivo profitto di un nugolo di grandi speculatori del Vero Potere, e portando ulteriore distruzione all’economia vitale per noi cittadini, e noi siamo milioni. Sta accadendo.
Tutto il resto sono fole, bugie, specchietti per le allodole, illusioni ottiche. Io vi ho avvisati.

Fonte: Paolo Barnard


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