martedì 4 dicembre 2012


Usa. Il Pentagono triplica le proprie spie

Obama rinforza a dismisura l’intelligence militare, per allontanare ancora la sua guerra segreta dagli occhi del Congresso 

Ferdinando Calda

Dopo aver militarizzato la Cia – che con i suoi droni e la stretta collaborazione con i commando delle Operazioni Speciali si è trasformata da agenzia di raccolta informazioni in una vera e propria organizzazione paramilitare – l’amministrazione Obama si prepara a rafforzare i servizi segreti dell’esercito, aumentando il numero di agenti a disposizione del Pentagono e il loro campo di azione. Secondo quanto riportato dal Washington Post, il ministero della Difesa statunitense si appresta a potenziare all’inverosimile la propria agenzia di intelligence, la Defense Intelligence Agency (Dia), reclutando centinaia di nuovi agenti da inviare in tutto il mondo. L’obiettivo è di arrivare nel giro di 5 anni a una rete di 1.600 unità, oltre il triplo degli agenti
attualmente presenti fuori dagli Usa. La riforma della Dia, con la creazione del Defense clandestine service (Dcs), prevede anche di ampliare e reindirizzare le attenzioni dell’Agenzia, che fino ad ora si erano concentrate principalmente sull’Iraq e sull’Afghanistan, dove sono schierate le truppe Usa. La Dia dovrà quindi monitorare, ad esempio, anche l’attività dei gruppi islamisti attivi in Africa, i programmi di armamento dell’Iran e della Corea del Nord, e i piani di ammodernamento degli arsenali cinesi. “Non è una svolta di poco conto”, sottolinea il direttore della Dia, il generale Michael T. Flynn: “Si tratta di un cambiamento radicale sul fronte delle strategie per la sicurezza nazionale”.
Il piano di creare la Dcs – che era stato messo a punto già ad aprile ma finora era rimasto segreto – rientra nella strategia militare dell’amministrazione Obama, che mira a condurre la “guerra al terrore” tramite rapide e “pulite” azioni sotto copertura, piuttosto che con dispendiose e impopolari campagne militari. Nei giorni scorsi il Washington Post aveva descritto il progetto Disposition Matrix, lo schema avviato dalla Casa Bianca nel 2010 per compilare la lista di bersagli da eliminare con i droni che, secondo le previsioni, sarà operativo per un’altra decina di anni almeno.
Come fa notare anche il Wp, la decisione di espandere il ruolo della Dia arriva dopo che la massiccia campagna di attacchi compiuta dai droni della Cia ha cominciato a sollevare più di un dubbio sulla legittimità legale di questo tipo di “guerra”. Al contrario della Cia, che è un’agenzia civile le cui attività devono essere riferite (almeno per sommi capi) al Congresso, i militari della Dia possono agire con ancora più autonomia da qualsiasi controllo politico. “Manterremo lo staff di Capitol Hill e gli stessi membri del Parlamento sempre al corrente di cosa facciamo”, ha cercato di rassicurare lo stesso generale Flynn.
Teoricamente, a differenza della Cia, la Dia non sarebbe autorizzata a effettuare operazioni segrete che vanno oltre la raccolta di informazioni, come gli attacchi con i droni, i sabotaggi o l’addestramento di miliziani. Tuttavia è difficile immaginare che l’imponente struttura che dovrà comporre il Defense clandestine service sarà indirizzata unicamente alla raccolta di informazioni. In ogni caso, già da tempo la Dia sta guadagnando un ruolo sempre più centrale nella scelta degli obiettivi, dall’Afghanistan fino all’Africa orientale. Ex alti funzionari del dipartimento della Difesa citati dal Wp, hanno spiegato che attualmente le operazioni clandestine della Dia sono circa 500, e che queste sono destinate a diventare tra le 800 e le mille entro il 2018.
A questo si aggiunge la sempre più stretta collaborazione con la Cia, che dall’11 settembre 2001 ha visto crescere a dismisura il proprio potere, e il Joint Special Operations Command (Jsoc), quello responsabile del raid contro Osama Bin Laden in Pakistan. I nuovi agenti sotto copertura della Dia, infatti, saranno addestrati nella “Farm”, il centro di addestramento della Cia in Virginia, e all’estero lavoreranno sotto la direzione del capo della stazione locale della Cia. Tuttavia riceveranno istruzioni esclusivamente dal Pentagono. L’obiettivo è di formare, nel giro di cinque anni, una nuova generazione di agenti segreti (militari) da impiegare in operazioni clandestine, magari al fianco dei commando del Jsoc, che rispondono unicamente al segretario alla Difesa e al presidente degli Stati Uniti.


Lo “scambio” di cariche tra Cia e Pentagono
La collaborazione con la Dia in passato non è stata ben vista dalla Cia, che ha sempre considerato l’intelligence militare come una sorta di fratello inferiore. I precedenti tentativi del Pentagono di ampliare il ruolo della propria intelligence – compiuti specialmente con Donald H. Rumsfeld a segretario alla Difesa – si erano scontrati proprio con le dure resistenze della Cia. Alla riduzione di questi attriti ha contribuito notevolmente lo “scambio” di alte cariche tra Pentagono e Cia attuato nel corso degli anni dall’amministrazione Obama. Lo stesso accordo per la creazione del Defense clandestine service (Dcs) è stato ratificato dal segretario alla Difesa Leon Panetta (ex capo della Cia) e dal generale David Petraeus, già capo delle forze statunitensi in Afghanistan, costretto recentemente a dimettersi dalla Cia in seguito a una relazione extramatrimoniale. Lo stesso generale Flynn, diventato direttore della Dia a luglio, ha lavorato a stretto contatto con la Cia in Afghanistan e in Iraq. Mentre il suo vice, David R. Shedd, ha trascorso la maggior parte della sua carriera presso la Cia, in gran parte all’estero come spia. Non è un caso neanche che l’intero progetto per la creazione del Dcs sia portato avanti da Michael Vickers – al quale sono stati assegnati cento milioni di dollari per questo scopo – massimo responsabile dell’intelligence del Pentagono ed ex della Cia.


04 Dicembre 2012 - Rinascita

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