lunedì 6 agosto 2012

Riprendo un'intervista a Luigi Cavallaro: “Stanno smantellando lo Stato di diritto con la scusa dello spread” pubblicata su Appello al Popolo. 

Cavallaro punta molto l'accento su un dettaglio volutamente nascosto sotto al tappeto da tutti, politici, Confindustria, "società civile" ed alternativi assortiti, ossia il divorzio tra Tesoro e Banca d'Italia voluto da Andreatta e Ciampi. Le conseguenze furono l'impennata del debito pubblico che nel 1981 era a quota 58% del Pil mentre nel 1992 era già al 124%

Precisa Cavallaro "E bada bene, non perché ci fosse un eccesso di spese sociali rispetto alle entrate: il debito raddoppiò solo per effetto dell’aumento della spesa per interessi causato dal “divorzio”. Alla luce di tale conseguenza, come mai nel 1992 fu ratificato dall'Italia il Trattato di Maachstricht che poneva come vincolo il rispetto del rapporto tra debito pubblico e PIL non superiore al 60%? L'Italia fu esonerata dal rispetto di questo vincolo, ma per quanto tempo? Questa fu un'operazione premeditata e scientemente condotta per consegnare il popolo italiano nelle mani dei mercati? L'Italia nel 1981
rispettava quel parametro, questo stato di cose fu considerato un "problema da risolvere"? Da chi ed a vantaggio di chi fu effettuato il divorzio? L'intervista di Cavallaro è pregevole, consiglio di leggerla interamente. Unico punto che non condivido è l'uso improprio del termine decrescita che cita in un fugace frangente. La decrescita non ha niente a che fare con la crisi e la depressione economica. I  principi su cui si fonda la decrescita sono completamente antitetici a quelli sui quali si fonda il modello economico occidentale, di cui la recessione, confusa artatamente con la decrescita,  è un aspetto intrinseco completamente estraneo a qualsiasi cosa i filosofi della decrescita abbiano scritto sull'argomento. Per orientarsi in maniera corretta all'interno delle differenze tra decrescita e recessione e comprendere la distanza siderale esistente tra le due "visioni" consiglio:

La differenza tra recessione e decrescita di Maurizio Pallante e Andrea Bertaglio

La decrescita non è impoverimento di Marino Badiale, Massimo Bontempelli
 
Più di così non si può produrre di Massimo Fini

Decrescita è uscire dalla logica che piace anche a sinistra di Marco Cedolin

Meno e meglio. Decrescere per progredire di Pallante

Precisato quanto sopra, tornando in tema di "tagli agli sprechi", leggo Spending review, tra tagli a sanità e enti regalo da 10 milioni ai partiti .
Lo "stato sociale" per i parassiti della casta è garantito, devono proprio essere indispensabili per mantenere le apparenze sulla loro ipotetica legittimità. Tutto questo mentre saranno "esodati" 300 MILA dipendenti pubblici. Naturalmente Camusso e soci preoccupati per i deboli organizzano uno sciopericchio giusto qualche giorno prima così da risultare tardivo per impedire questa epurazione. Rimanendo in tema, anche l'Inghilterra procede con i suoi piani di austerity. A questo punto  i tanti soloni "anti-tedeschi in missione per conto di Wall Street" sosterranno che la colpa è della Germania che detta l'austerity a tutti? Anche all'Inghilterra che non è nell'euro?

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