sabato 10 marzo 2012

La stampa tende molto a banalizzare ed imputa la situazione greca ai "tedeschi" e "francesi" suggerendo un odio xenofobo di fondo, quando sappiamo bene che  Merkel e Sarkozy altro non sono, come Monti, che dei camerieri delle banche. Costoro non stanno certo dissanguando i greci per "redistribuire" il maltolto nelle tasche dei tedeschi e dei greci.
C'è un'altra realtà che tendono ad occultare, ossia che in caso di default scatterebbero i rimborsi a carico delle società emittenti di CDS...
Buona lettura.
Barbara



Consiglio di leggerlo per intero, intanto vado al "succo":

"Ma in realtà tutto gira intorno a chi stabilisce le regole del gioco. Per chiunque abbia un po’ di buon senso, un perdita del 70% equivale ad una insolvenza. Ma in questo caso a decidere se si tratta di fallimento o meno è invece la International Swaps Derivatives Association (ISDA). La cosa importante da tenere a mente è che l’ISDA è composta dai rappresentanti di banche e società finanziarie. Queste sono le aziende che hanno più da perdere nel caso di fallimento della Grecia. Tuttavia è nell’interesse dei membri dell’ISDA che le perdite dovute al fallimento della grecia non vengano associate a un fallimento esplicitamente dichiarato. 
La faccenda diventa ancora più torbida. L’ISDA rappresenta essenzialmente il sistema bancario mondiale. In Europa, il sistema bancario è pieno di titoli di Stato. Tali obbligazioni costituiscono nominalmente nei bilanci delle banche delle attività. Se la Grecia venisse dichiarata insolvente, si creerebbe un precedente che farebbe da guida sull’eventuale gestione del debito di altri paesi. E questo potrebbe mettere in pericolo l’intero sistema bancario europeo."

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