venerdì 7 ottobre 2011

Mentre la Sig.ra Margegaglia accorre in soccorso di Trichet, come argomentato magnificamente da Cedolin, appello che suona più o meno così "Vogliamo di più incondizionatamente", si sta verificando un esodo da Confindustria degli stessi associati, come chiarito da Alessio Mannino nel suo articolo "I Marchionne in salsa berica", che non depone molto a favore della credibilità dell'operato di Confindustria, se gli imprenditori si dicono molto "scontenti", men che mai quindi non si capisce perché si debba obbedire fideisticamente a questa congrega che, per dirla con le parole dell'imprenditore della Margraf (dall'art di Mannino di cui sopra) << Oramai Confindustria è diventato un gruppo di interessi che serve per trovare cadreghe nei cda di società e banche».

La Marcegaglia (non scrivo Confindustria perché mi sorgono dei dubbi su quanto questa rappresenti davvero un'unità di intenti degli imprenditori visto l'esodo) esige più liberalizzazioni. Anche qui, preferisco rimandare ad un altro articolo che spiega molto bene il tornaconto che si cela dietro e che ovviamente, non ha niente a che vedere con i "nobili motivi" di creare dinamismo nel mercato e posti di lavoro (il mantra che si sbandiera tanto nessuno certo verifica la corrispondenza con la realtà):

Questo "risvolto" non depone molto a favore di un'associazione che pretende di dettare l'agenda di governo (qualsiasi sia il colore politico)  quindi non solo "subisce" un esodo di affiliati, ma prepara una "trappola" per altri operatori del settore economico.

I vari capitani di Confindustria che si sono susseguiti nel corso degli anni ad estorcere sempre  più una deregolamentazione del mercato del lavoro, un progressivo annullamento di tutto ciò che loro definiscono lacci e lacciuoli burocratici e per la tutela ambientale, si sono esibiti in spot "umanitari" per giustificare questo furto, i migliori di questi i sempre verdi  "per la creazione posti di lavoro" e nobilitare il "made in Italy".
Chiaramente può la triplice opporsi a questi amorevoli propositi disquisendo sugli loro effetti? Sia mai.

Prendiamo ad esempio la legge Biagi, entrata in vigore nel 2003, imposta e avallata dai sindacati con il filantropico intento di creare posti di lavoro e far emergere il lavoro nero, può dirci Confindustria quanti posti di lavoro ha portato e quanto lavoro nero ha fatto emergere in 8 anni da allora (sarebbe interessante chiedere al tizio di Barletta perché non ha regolarizzato le ragazze che sono morte per 4 euro l'ora)?
Un governo serio (che noi non abbiamo mai avuto l'onore di avere, almeno nella cosiddetta seconda Repubblica tutta)  e non in ostaggio di questi saltinbanco, avrebbe quantomeno verificato se la riforma richiesta abbia concretizzato " i propositi per i quali è stata concessa.
D'altra parte, non è così che ragionano i capitani d'industria che si danno gli obiettivi?
Possibilmente, senza truccare i dati statistici che conteggiano la stessa persona che abbia svolto 4 contratti a termine nell'arco di un anno come 4 PERSONE DISTINTE. Anche la statistica evidentemente presta "soccorso" al pensiero dominante.
Niente male però, Confindustria è quasi un ente di beneficenza, la globalizzazione un mezzo per "estendere" i diritti umani come dicono i sindacati e loro adepti radical chic, i mercati dei sacerdoti del benessere, e come mai il mondo occidentale precipita allora?

Ah già, ce lo ricorda anche oggi Draghi " Mancano riforme strutturali", ma la Biagi come tutte le altre riforme atte a smantellare i diritti acquisiti, non dovevano portare benefici? E come mai lo stesso Draghi dice che "i giovani sono in difficoltà"? Ma guarda un pò. E chi sarebbe stato a metterceli in difficoltà eh?

Magari può spiegarmi lui dato che né Confindustria né governicchi vari hanno mai ritenuto il popolo degno di una dimostrazione dati alla mano dell'efficacia delle riforme concesse, di una prova che tali indispensabili riforme abbiano realmente adempiuto al proposito per le quali son state richieste e pagate dal popolo.
Il Draghi e le congreghe dei comitati d'affari, alzano la posta, passando ad un altro contrattacco, ovvero alle pensioni (sicuramente non dubito del fine, "è per aiutare i giovani"...che non mandiamo più in pensione...non fa una piega, come no.).

A riguardo, rimando nuovamente ad un ottimo articolo che illustra molto bene ciò che penso, di Emmezeta per Campo Antimperialista:

L'ossessione dei tagli alle pensioni, quando tutti i dati smentiscono tutta la canea bipartisan dei tagliatori di professione

Tornando un pò indietro nel tempo, ma salto doveroso per comprendere gli effetti del primo "errore" (virgolettato poiché si tratta di una mossa voluta e programmata) nel concedere senza sé e senza ma tutto ciò che Confindustria esige, è stato quello di buttarsi a capofitto nella globalizzazione senza minimamente tener conto dell'impatto sul tessuto nazionale, sulla vita delle persone.
Innanzitutto, delocalizzando hanno portato via posti di lavoro, già, ma tutto ciò che i "prenditori" chiedevano non era esclusivamente improntato o meglio, quantomeno giustificato come necessario all'opinione pubblica con la scusa dei posti di lavoro?

E come si spiega la delocalizzazione? Lor signori poi hanno la faccia di tolla di pontificare anche sull'elevato costo dello stato sociale, certo che se portano via le fabbriche (ma non i loro prodotti, ah per quelli della "patria" se ne ricordano quando hanno da vendere) chi la paga la cassa integrazione? E fortuna che "grazie" al fallimento del referendum per estendere i diritti dell'Art 18 ai dipendenti delle aziende sotto i 15 dipendenti si è "evitato" un ulteriore "costo" (e lo metto tra virgolette di nuovo perché si parla di persone non di robots o "unità produttive" che si spengono a comando).
E "fortuna" che in Italia non vige un reddito minimo di cittadinanza come nella tanto amata Europa (eccetto la Grecia, ma che  caso che nemmeno mezzo sindacato ci abbia mai pensato eh? ..)...altrimenti un altro "costo" sul debito pubblico ed i mercati non gradiscono (già infatti ci sfamano loro).

Teoricamente, lor signori della delocalizzazione, sostengono che se diminuiscono i costi dello Stato e del Welfare ci sono i margini per ridurre le tasse alle imprese (grosse imprese, per i piccoli imprenditori ed artigiani c'è Equitalia), che ovviamente consentiranno di "creare posti di lavoro" qui.
Significa che se abbassano le tasse la smettano di delocalizzare? Per favore.
Sono venti anni che "creano" virtualmente posti di lavoro, sono ancora pochi per chieder conto dell'efficacia di queste magiche "pozioni" alias riforme strutturali prima di accontentare nuovamente Confindustria?
Venti anni di creazione di posti di lavoro ma Draghi constata che i giovani hanno difficoltà nel mercato del lavoro, a cosa imputa tale difficoltà?
Che manca un cosiddetto mercato del lavoro? Certo che no, che mancano riforme strutturali, di che tipo? Non è dato sapere, deve essere un mistero.
Ma come, venti anni di riforme strutturali non son bastate? Queste riforme strutturali sotto dettatura di banche e confindustria, sta percaso ammettendo il sig. Draghi che hanno impoverito? E perché mai quindi dovremmo dare ancora fiducia e seguito a questi sacerdoti?

Un piccolo compendio per riflettere: La colossale truffa della Globalizzazione da Cobraf

La truffa ovviamente è a nostro danno, non certo dei "prenditori".

Un altro pesante impatto, per nulla secondario è quello sulla piccola imprenditoria che per Marcegaglia e predecessori non è mai stata considerata ma è l'asso portante quanto meno per l'Italia fatta di piccole e medie imprese, loro sì capaci di tenere su l'occupazione dato che se si aspettano quelle che ruotano intorno a Confindustria potremmo star freschi.
Ma ahimé l'importante settore artigianale è stato mandato al macero.
Intanto in Germania si manda in onda questo spot per promuovere l'artigianato, lavoro concreto e non di fuffa televisiva e di borsa come spiegano le poche ma agghiaccianti parole a commento del video.
E' lecito chiedere conto della realtà o si rischia di essere considerati contro le riforme e il progresso?
Si parla di persone che hanno perso mezzi per mantenersi, prospettive per il futuro e si chiede di infierire ancora colpendo le pensioni e welfare in genere.
Come se le persone che perdono il lavoro a 40 o 50  o poco prima della pensione avessero qualche possibilità di essere assunte da questi "capitani d'impresa".
Eh già, l'esperienza costa e loro non la vogliono mica pagare la qualità, anche se si sciacquano la bocca con questo termine ogni due parole, quando devono esaltare delle presunte "eccellenze" italiane che grazie alla globalizzazione sono state annullate.

Chiedono che si investa in formazione, per che cosa?
Per un contratto che dura due- tre mesi? E poi? Altro corso di formazione per altro "mestiere" per altri 2-3 mesi?
Certo che sono dei personaggi singolari questi confindustriali, chiedono fiducia, pretendono che la fiducia dei mercati sia sempre soddisfatta, ma non devono credere molto in ciò che dicono, predendono che il consumatore si fidi e spenda e spenda e spenda, ma loro? Perché non assumono a tempo indeterminato per mostrare che loro sono in grado di rimanere in sella per più anni? Quantomeno per una durata di tempo che consenta alle persone assunte di arrivare all'età pensionabile che loro richiedono?

Cosa ha fatto Confindustria per gli italiani, per le piccole medie imprese, cosa ha dato di importante e fondamentale che mi dovrebbe spingere a sostenere le sue tesi e accontentare ancora le sue richieste?

Non è ancora troppo quanto già concesso senza niente in cambio?
E' una domanda che i sindacati non "osano" certo porre, assieme alla firma per non meglio precisati patti per la crescita.
Sindacati e confindustria hanno molto in comune,soprattutto l'abilità  nel  tradire le aspettative delle rispettive categorie.
Costoro dovrebbero proprio leggere, ma forse, servi dell'avidità come sono conoscono bene lo scenario che Ciaula (i cui pensieri sono tutt'altro che inutili) futuro nel quale grazie anche a questi criminali stiamo andando:

che conclude l'ottimo articolo:
"Se realizziamo che è impossibile,che è una follia,siamo già sulla buona strada per approntare qualche soluzione "seria" alla sciagura a cui rischiamo di andare incontro."

Già, ma possiamo fidarci delle ricette di coloro che ci stanno portando verso questa sciagura?


Barbara

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