giovedì 25 novembre 2010

Due articoli a riguardo, il primo della Casa della Legalità ed il secondo di Carlo Vulpio.

Sui rifiuti cade la maschera di Saviano... il "paravento"


AGGIORNAMENTO IN CODA CON UNA NOTA DELLA DOTT.SSA PATRIZIA GENTILINI
Parlando di "rifiuti" le ambiguità e la disinformazione di Saviano raggiunge l'apice... ed ancora una volta trasmette frammenti di verità, omissioni gravi ed anche qualche falsità grossolana. Un panorama, quello disegnato nella terza puntata di "Vieni via con me" da Saviano, che certamente è gradito al "sistema".
Schematicamente...

1) Saviano afferma che se si fa la raccolta differenziata in discarica va solo il 35% dei rifiuti. Falso assoluto... Solo un eco del dato che il "sistema" del business rifiuti spaccia come verità! Infatti quel dato è vero con una raccolta differenziata sporca e non organizzata, ovvero è il dato di quella percentuale che permette, con il perpetuarsi del "ciclo integrato", di avere quanto serve da "bruciare" perché qualcuno possa incassare i Cip6 ed i certificati verdi.

Con la raccolta differenziata spinta, ovvero con il porta a porta, ed un impianto pulito per il Recupero e Riciclo Totale, si supera il 93% di raccolta differenziata (e così in discarica ci va meno del 7%)! Questo dato, certo, certificato da molteplici esperienze, a partire da Vedelago (che serve un bacino di utenza di un milione di persone, con un impianto di 50 mila metri quadri), significa: creazione di occupazione, risparmio drastico delle spese pubbliche (degli Enti Locali e dei cittadini), recupero (e quindi risparmio) della materia, realizzazione di compost di qualità ed a basso costo, tutela di salute e ambiente.
Questi dati Saviano non li cita, nemmeno di striscio!

2) Saviano afferma che con le discariche non si è risolto il problema dell'emergenza in Campania, ed è vero. Poi afferma che c'è un problema con le "ecoballe" (ovvero il cdr) e indica che il problema è che sono state fatte male e che ci vuole troppo tempo per smaltirne, cioè bruciarle, tutte. E poi afferma ancora che gli inceneritori non hanno risolto il problema perché non sono stati ancora realizzati, e quello di Acerra funziona solo con una linea. Poi aggiunge che sugli inceneritori ci sono "alcuni studiosi" che li ritengono pericolosi. Ma come? Saviano allora non si informa proprio oppure si informa male... e comunque sia il risultato è uno solo: informa male!

Primo e centrale problema (anche per quanto riguarda il Cdr) è che gli inceneritori producono patologie devastanti e cancro... e non perché "alcuni studiosi" lo pensano, ma perché ci sono dati scientifici che lo certificano! Saviano pare non aver mai sentito i dati ufficiali che vengono forniti da oncologi, epidemiologi, pediatri... dai Medici per l'Ambiente dell'ISDE. E qui Saviano non può non saperlo... non può non conoscere questo "dettaglio" (a meno che non parli solo per sentito dire e senza minimamente informarsi su ciò di cui parla).

3) Saviano afferma che tutti i rifiuti tossici finiscono in Campania e che le mafie occultano lì i rifiuti tossici ovunque, nelle fondamenti di palazzi e scuole, nelle cave e sotto le strade... o li spediscono attraverso il Porto di Napoli in Africa. Questo, tutto questo, è vero... ma vero in parte. Infatti le imprese del nord (del centro e del sud) che smaltiscono illecitamente i rifiuti tossici con il "servizio a basso costo" delle mafie (tra cui anche la Camorra, ma non solo) lo fanno anche nella pianura padana (ci si è dimenticati delle aree per l'Expo 2015 di Milano riempite di rifiuti tossici? Ci si è dimenticati delle aree dell'Emilia-Romagna riempite di amianto ed altri rifiuti speciali e terreni che sarebbero stati da bonificare? E delle coste e colline, dei fondali marini e delle fondamenta di aree destinate all'edilizia e spazi commerciali in Calabria, Sicilia e Liguria ci si è dimenticati ancora?). E delle "navi dei veleni" che partivano (e ancora partono) dai Porti di Livorno, di La Spezia, di Genova e Trieste, ci si è dimenticati? Ed ancora dei viaggi per la Cina dei rifiuti che poi ritornano come giocattoli o oggettistica attraverso i porti di Genova e Gioia Tauro? No, di tutto questo Saviano, ancora pare non sapere nulla.


E poi nessuna parola sulle responsabilità dei fatti accertati (oltre a quelle in corso di accertamento nei procedimenti penali in corso a Napoli), su ciò nessuna parola? Dei signori che hanno nomi e cognomi ben precisi nello scandalo rifiuti in Campania nulla. Non si è parlato di FIBE, FISIA, ASJA ed IMPREGILO... Eppure ci sono risultanze documentali su questo (e sui viaggi lungo la tratta Napoli-Genova e ritorno). Eppure questi sono i signori che, parallelamente alla Camorra, hanno mangiato e mangiano con l'emergenza rifiuti... seminando cancro e morte con percolato e diossine, e devastando il territorio e quindi l'economia fondata sulla terra (agricoltura e allevanti). No, di tutto questo nulla, manco una parola, meglio attaccare solo l'ectoplasma! Così come nessuna parola sui nuovi signori della monnezza che si chiamano Pizzimbone e che, acquistando il ramo rifiuti del colosso cooperativo Manutencoop, hanno conquistato una posizione dominante, in alcune aree del Paese, al Nord come al Sud, addirittura monopolista. E della gestione clientelare siciliana con politica e mafia di nuovo a braccetto nello sperpero delle risorse pubbliche che producono emergenze che alimentano il business? Anche di questo nulla, silenzio assoluto... anche qui Saviano non si addentra... così come non si addentra nel capitolo del socio del Cosentino Giovanni (fratello del Nicola), ovvero del colosso "rosso" della Hera spa che dall'Emilia-Romagna (dove ha gli inceneritori ed il monopolio del ciclo dei rifiuti) è scesa a Sparanise per costruire una centrale a turbogass senza che si levasse manco mezza protesta! Silenzio stampa anche sullo scandalo della ECOSAVONA che gestisce in regime di monopolio le discariche nel savonese, terra di mafia, portando i propri utili al suo socio di maggioranza che, passando dal Lussemburgo, è ben protetto da società anonime nelle Isole Vergini Britanniche.


Saviano le cose che contano le tace. Le informazioni che danno fastidio le tace... ed intanto parla di ciò che avvalla la politica sui rifiuti del "sistema". Questa volta la maschera è davvero caduta, oppure ancora una volta si vuole trovare una scusante?


E se volete sapere perché, oltre a tutto questo, Saviano è stato pienamente funzionale al "sistema" nel suo nuovo monologo andatevi a guardare il recente testo di modifica al Testo Unico Ambientale approvato dal Governo in carica (ed in attesa della firma del Presidente della Repubblica e quindi di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale)! Cosa dice? Semplice: il testo vigente è stato modificato per favorire il recupero energetico da rifiuti e permette ai Comuni di agire in deroga ai limiti di raccolta differenziata stabiliti dalla normativa! Anche questo "dettaglio" è sfuggito a Saviano e così si è dimenticato di dirlo durante il monologo, chiaro?! (
leggete qui1 il documento del DNS distribuito dal CO.RE.RI. su questa nuova pagina della truffa italiana sui rifiuti - formato .pdf)

PS

Per chi vuol capire la realtà dell'emergenza rifiuti in Campania, non si legga Saviano, ma "Ecoballe" di Paolo Rabitti2, così si capisce meglio che la Camorra è un tassello del problema in quella regione ma il business dei rifiuti ha soprattutto altri protagonisti... quei protagonisti che Saviano non osa nominare e che, come la Camorra, agiscono piegano la legalità al proprio profitto!

PS 2

Forse la puntata AnnoZero gestita da Santoro sui rifiuti che è stata uno spot straordinario per il "ciclo integrato" e promuovere l'incenerimento, non era bastata ed allora ecco che a continuare l'opera di disinformazione si è aggiunto il duo Fazio-Saviano!

PS 3

Saviano cita i dati di Legambiente, i grandi amici di Bertolaso, e già questo è un dato che dovrebbe far pensare... Non è vero che a Legambiente sono amici di Bertolaso? Non avete letto il comunicato stampa con cui Negambiente ringraziava Bertolaso? Eccolo qui, così almeno si capisce quanto sia ampia la rete del "sistema" anche tra quelli che si proclamano ambientalisti:
Roma, 11 novembre 2010
Comunicato stampa - Protezione Civile: Bertolaso lascia l'incarico
Legambiente: "Grazie per aver favorito prevenzione e messa in sicurezza".
"Ringraziamo Guido Bertolaso per l'impegno profuso in questi anni e la capacità di aver portato l'Italia ad avere una Protezione Civile modello a livello internazionale, sempre pronta a rispondere in modo adeguato alle emergenze del Paese".
Così Legambiente ha commentato le dimissioni rassegnate da Guido Bertolaso dalla carica di sottosegretario di stato alla Presidenza del Consiglio.
"Nel corso del suo mandato- ha commentato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente - il capo della Protezione Civile ha sempre sottolineato l'importanza delle attività di prevenzione e continua messa in sicurezza del territorio. Un orientamento che abbiamo apprezzato, perché costituisce l'unica vera strada per ottenere un Paese più sicuro".
L'ufficio stampa (06 86268353-99 - 79-60)




pubblichiamo la nota della Dott.ssa Patrizia Gentilini dell'Isde 
"Saviano, i rifiuti e Christian Abbondanza"
 
Condivido ogni parola del commento scritto da Christian Abbondanza su Saviano circa la gestione dei rifiuti: vorrei che si capisse come tutto l'intervento di Saviano è stato  funzionale alla promozione del "ciclo integrato", ovvero quello che prevede una importante quota di rifiuti residui  da incenerire  (35%) e  - per chi non lo sapesse..-  l'utilizzo successivo  delle ceneri residue.... nel cemento! Così si perpetua  la  diabolica spirale di: distruzione di materia /danni gravissimi alla salute e all'ambiente/cementificazione del territorio... e mai si arresta lo scempio continuo di questo povero paese, ma quanto potrà  continuare tutto questo?

La strada da seguire è una altra e se si fanno le cose come si deve è ormai ampiamente dimostrato che  praticamente tutto può essere recuperato e - soprattutto- che non si deve mai percorrere  la strada della combustione!  Sono davvero dispiaciuta e mortificata per Saviano che si fa portavoce non del Bene Comune e di quanto da anni affermano Associazioni di Medici ed esperti indipendenti, ma di interessi che non sono certo quelli delle comunità.
Leggete la lettera aperta  di noi medici ai cittadini di Parma4, le dichiarazioni fatte dall'oncologo francese, D. Belpomme, Presidente di ARTAC (link 15 e link 26).

O se ancora non vi basta vi riporto le parole del Prof David Kriebel del Dipartimento Salute ed Ambiente del Massachussets che ha commentato un recentissimo studio - pubblicato sulla rivista  Occup Environ Med -  condotto da ricercatori dell'Università di Lione in una area in cui sono attivi 21 inceneritori (studio che ha evidenziato su 304 neonati gravi difetti all'apparto genitale rischi statisticamente significativi -fino a quasi sei volte l'atteso- correlati all'esposizione alle diossine emesse dagli inceneritori).
Queste le parole del Prof Kriebel: " Lo studio.. suscita serie preoccupazioni in relazione ai rischi per la salute dovuti alle emissioni di impianti urbani di incenerimento dei rifiuti. Questo dato, combinato con l'evidenza di altri effetti negativi di questa tecnologia, dovrebbe essere di per sé determinante nella scelta della gestione dei rifiuti. Infatti,  oltre ad essere molto pericolosi per la salute,  tali impianti:
1) provocano la produzione di ceneri pesanti e scorie tossiche  comunque da smaltire;
2) contribuiscono al riscaldamento globale;
3) impediscono  la riduzione dei rifiuti e il riciclaggio, poiché una volta che questi  impianti costosissimi sono stati costruiti , i gestori vogliono avere garantita una sorgente continua di rifiuti per alimentarli".

Io vivo in Romagna, l' "impero" di HERA:  non vi dico  le difficoltà che incontra l'attuale Amministrazione (che finalmente ha ascoltato i cittadini)  nell'attuazione della raccolta "porta a porta"!
E poi, scusate, basta con queste favole per bambini in cui -guarda caso- quando si parla di infiltrazioni criminali ci si "dimentica "sempre di ciò che accade nelle regioni "rosse"... a proposito di HERA,  perchè Saviano non cita anche "i suoi sporchi affari"?

E’ vero che è il più visto (d’altra parte, la concorrenza è assai scarsa), ma questo “Vieni via con me” è anche il programma più celebrato, osannato e leccato della tv, nonostante la noia, le manipolazioni e l’ignoranza su Falcone, Borsellino e Sciascia. Ma forse Annozero, Porta a Porta o Ballarò riescono a rimediare…

Ne hanno parlato in tanti, quindi posso parlarne anch’io. Mi riferisco al programma Vieni via con me, che è stato incensato, osannato, celebrato, leccato, come “la novità” (ma de che?).
C’è stata anche qualche critica, per la verità, e a me ha colpito particolarmente quella di Travaglio. Il quale, nel dare per scontato che “Vieni via con me” sia stato “comunque” un bel programma (per me invece è stato noioso e, cosa più grave, manipolatorio), sostiene che abbia peccato di conformismo perché “doveva parlare dei vivi, più che dei morti”.
Su questo ultimo giudizio concordo con Travaglio. Yes, la penso così anch’io.
E proprio per questa ragione, propongo a Travaglio di rimediare subito. Con temi a lui ben noti anche nei dettagli.
Nella prossima puntata di Annozero – affinché non si dica che anche questo programma è un altro “presepe della sinistra politicamente corretta” come quello dei superpagati Fazio e Saviano – ci racconti Travaglio, o magari Santoro, cosa accadde il 29 luglio 2008 nel Palazzo di Giustizia di Milano, dove alcuni magistrati tennero nascoste le carte provenienti dal Parlamento sul caso delle scalate bancarie, al solo scopo di scippare quel caso al giudice naturale, Clementina Forleo (che poi venne trasferita a Cremona), assegnandolo ad altro gip, il quale in pochi giorni decise come si doveva decidere e dopo venne casualmente promosso.
Poi, siccome la puntata di Annozero è lunga, e quindi il tempo non manca, ci spieghi Travaglio come mai anche nel programma di Santoro accade esattamente ciò che lui rimprovera al programma di Fazio, e cioè che “spariscono le figure controverse, scapigliate e borderline”.
O come mai “il sempre più imparruccato Vendola”, come lui – Travaglio – definisce il politico pugliese, oltre che a “Vieni via con me”, trovi così ampio spazio proprio ad “Annozero” e su “il Fatto”, con articoli-spot e interviste finte e senza domande: dalla giustizia alle politiche ambientali che favoriscono i mega affari nelle discariche, nell’eolico e nel fotovoltaico, fino al disastro nella sanità.
Aiuti il pubblico, Travaglio, o magari Santoro, a capire come può accadere che Nicola Vendola partecipi a un programma intitolato La macchina del fango, senza arrossire di vergogna, dopo aver spalato fango a tonnellate con accuse false e violente contro il pm antimafia Desirée Digeronimo che indaga sulla giunta che lui presiede. O dopo aver inondato di fango me – reo di avere svolto un’inchiesta pubblicata dal “Corriere della Sera” e mai smentita, nemmeno in tribunale, circa le discariche realizzate in maniera criminale accanto a un sito neolitico e proprio sopra un lago sotterraneo di acqua potabile –, sostenendo in tv che ero persino il “mandante morale” di una finta bomba trovata sulla spiaggia di Brindisi, “indirizzata” a lui con un biglietto di protesta per un depuratore non funzionante.
Poi, sempre per differenziarsi da “Vieni via con me” – e senza lisciare il pelo a Saviano, il quale ci ha dato ampia prova di non sapere di cosa parla quando parla di Falcone -, Travaglio, o magari Santoro, potrebbe dedicare uno spazio piccolo piccolo per spiegare alcune altre cosette:
1) a differenza di Alfredo Galasso, che criticò (legittimamente) Falcone per la sua scelta di andare al ministero della Giustizia, Leoluca Orlando lanciò un’accusa terribile contro il magistrato: lo accusò di “tenere le carte chiuse nei cassetti”;
2) la famosa inchiesta “mafia e appalti”, e più precisamente la richiesta di archiviazione – avanzata dai pm inquirenti il giorno dopo l’assassinio di Paolo Borsellino e dei suoi agenti di scorta e accolta alla velocità della luce dal gip di Palermo alla vigilia di ferragosto –, è un argomento che non si può più continuare a considerare “secondario”.
Ancora. Per dare contenuti veri al programma e “far parlare i vivi”, Travaglio, o magari Santoro, può approfondire la storia dei compensi di Fazio, Saviano, dello stesso Santoro, di Vespa, di Dandini, di Clerici, di Conti e di chiunque altro lavori per la tv pubblica pagata dai cittadini, i cui compensi dovrebbe essere calmierati per legge (per fare i miliardi ci sono le reti private, vadano a lavorare lì, così sulle reti pubbliche si liberano spazi per i più giovani).
Infine, Leonardo Sciascia.
Travaglio non può sempre raccontarla come dice lui e dire che “Sciascia fu consigliato male”. Un corno. Sciascia non fu consigliato da nessuno e scrisse ciò che riteneva giusto scrivere. Lo fece a suo modo e con il suo stile e i suoi contenuti sul “Corriere della Sera” del 10 gennaio 1987, con un lungo articolo di ben 14.703 battute, in cui non compare mai l’espressione “professionisti dell’antimafia” (che invece fu il titolo dato a quell’articolo senza che Sciascia fosse stato né avvertito, né consultato).
Ecco, Travaglio, o magari Santoro, oppure, perché no, gli eroi di “Vieni via con me” potrebbero, per rimediare alla insopportabile ignoranza in materia, rileggere alcuni passi di quell’articolo di Sciascia, ovviamente con lo swing giusto come sottofondo.
Per esempio, potrebbero “recitare” il passo sull’antimafia che può diventare “strumento di potere”, per raggiungere, scriveva Sciascia, “un potere incontrastato e incontrastabile […] in cui qualsiasi dissenso poteva essere etichettato come mafioso […] come può ben accadere in un sistema democratico, retorica aiutando e spirito critico mancando”.
Ma potrebbero, i sopra citati anchor-show-men, fare ancora meglio. Recitare un altro articolo di Sciascia, comparso su “La Stampa” del 6 agosto 1988 con il titolo “Tradimenti e fedeltà”, in cui lo scrittore di Racalmuto, rispondendo a un attacco di Eugenio Scalfari scrisse: “Non è vero che io ce l’avessi con quei magistrati e con quei politici, e per nulla sul piano personale (e di ciò si era reso ben conto proprio il dottor Borsellino): quel che mi inquietava era la temperie che intorno a loro si era stabilita, acriticamente, a renderli intoccabili; e soprattutto mi inquietava il comportamento del Consiglio Superiore della Magistratura appunto nel caso della promozione del dottor Borsellino. Il Consiglio si era sottratto alla regola vigente senza però stabilirne un’altra. Se l’avesse da quel momento stabilita, il caso del dottor Falcone, con tutto quel che oggi importa, non ci sarebbe stato. Adottando un criterio per promuovere Borsellino e tornando invece alla vecchia regola per non promuovere Falcone, ecco il nodo che presto o tardi doveva venire al pettine. La situazione di oggi, insomma, non l’ho inventata io con quel mio articolo sul Corriere: c’era, e non poteva che esplodere. Io non ho fatto che avvertirla, e tempestivamente”. Cinque anni prima delle stragi di Capaci e di Via D’Amelio.
Ultimo consiglio, non richiesto ma pur sempre gratis. Nel prossimo Annozero, o Parla con me, o Ballarò o Porta a Porta, si potrebbe approfondire il tema del Roberto Benigni copione. E magari parlare, oltre che delle battute “rubate” al sito www.spinoza.it, delle strane “concordanze” del suo film La vita è bella (1997), con Train de vie, il capolavoro del rumeno Radu Mihaileanu, uscito nel 1998, ma “pensato” e “conosciuto” prima che venisse girato il film del comico (?) toscano vincitore dell’Oscar. (Così magari ci scappa pure il dibattito su Rom, Romeni e Romani de’ Roma).

Blog di Carlo Vulpio

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