sabato 20 novembre 2010

Albero di Tiffany a Milano. Abete gigante tagliato a pezzi e rimontato in piazza Duomo. Le foto al link originale di Blogeko

Che scempio l’albero di Natale in piazza Duomo a Milano, altrimenti detto albero di Tiffany per via della gioielleria che lo allestisce e che, in cambio, attorno al tronco realizza un temporary shop di 200 metri quadrati. Un negozio non esattamente per tutte le tasche che stride con la crisi economica e con il significato del Natale.

Per realizzare questo monumento fuori luogo al lusso è stato abbattuto un rigoglioso gigante vegetale, un bell’abete rosso alto 48 metri: come un palazzo di 15-16 piani. Trascinato in città, tagliato a pezzi e rimontato sulla piazza. Un insulto alla natura e a chi la ama.

Un’amica milanese che passava in piazza Duomo ha fatto le foto con il cellulare e me le ha mandate.

Il comunicato stampa del Comune di Milano dice che l’albero “è stato selezionato tra gli esemplari destinati alla rimozione dal piano di risanamento boschivo della zona”

Una signora si è presa la briga di telefonare alla Forestale, apprendendo che la salute del bosco non c’entra:
l’abete è stato tagliato su richiesta del Comune di Milano e il “risanamento” si riferisce solo al fatto che i ranger hanno certificato la regolarità dell’abbattimento. L’ha scritto in una lettera pubblicata dal Corriere della Sera; trovate il link in fondo.

Ecco l’albero issato davanti al Duomo. I due operai nel cestello danno l’idea delle dimensioni.

L’abete è stato letteralmente fatto a pezzi e poi rimontato come se fosse una costruzione con i mattoncini del Lego. Lo si nota ancor meglio osservando la sommità in un’immagine scattata da un’altra prospettiva

Ecco i rami dell’abete che attendono di essere rimontati: la punta (a sinistra) è alta da sola quanto un grande albero di Natale. Sulla destra si vede il tronco già innalzato sulla piazza.

In questi giorni arriveranno anche 100.000 luci. A Led: ecchediamine, Milano è una città ecologica. Arriverà soprattutto la gioielleria ai piedi del tronco. Per la cronaca, il sindaco Moratti ha detto che non lo sapeva, che non le sembra giusto e ha preteso una “valenza sociale” all’operazione. Cioè la donazione di una parte dell’incasso alla Lega Italiana Tumori e alla Fabbrica del Duomo.

Monsignor Luigi Manganini, l’arciprete del Duomo, si è rifiutato di fungere da paravento: “E’ vero che la Fabbrica del Duomo ha grossi problemi, ma non accettiamo soldi a qualunque costo”, sono le sue parole riferite dal Corriere della Sera.

Su Repubblica una fotogallery con il plastico: come sarà l’albero di Tiffany quando sarà ultimato e completato dal negozio

Il comunicato stampa del Comune di Milano un albero griffato Tiffany

La lettera al Corriere della Sera: altro che risanamento del verde, quell’albero era sanissimo

Sul Corriere della Sera l’albero di Tiffany in piazza Duomo


Blogeko

4 commenti:

  1. Ciao Barbara,
    esistono parole che definiscano un atto inutilmente Napoleonico? Se non l'assurda convinzione d'essere padroni e signori, di potere qualsiasi cosa?
    Nei pressi di una campagna elettorale che costoro sono convinti di vincere a mani basse la signora Moratti consegna la sua visione della città, uniformandosi ai suoi alleati e dimostrando il medesimo disprezzo per tutti e tutto.
    Un'immagine di città che non ci piace e che si deve , ad ogni costo, contrastare.
    Eppure i milanesi sembrano tacere, subire, anzi quasi compiacersi della presenza di tale ostentazione di lusso in un momento in cui, per molti aspetti, sarebbe meglio evitare.
    Cattivo gusto, ostentazione e tracotanza imperiale...immagine del mentore, del riferimento culturale che sta dietro a tutto questo...Sino a quando?

    Un caro saluto, a presto.
    Namastè

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  2. Cara Rosa,

    sono d'accordo con te, quello che dobbiamo contrastare è il lavaggio del cervello che ha imposto la cultura del dominio dell'uomo sulla natura,con l'ausilio della scienza che è dedita più al profitto che al bene comune ed alla tutela della natura.

    Il dogma progresso/sviluppo CEMENTO magari fosse solo prerogativa di una parte politica, lo è di tutti i partiti che sono transitati nei luoghi di potere.

    Faccio un piccolo esempio di Rivoli, cittadina amministrata dalla sinistra che per realizzare una risalita meccanizzata (30mts di scala mobile) ai piedi del Castello circondato da antichi alberi da frutto non solo se ne è fregata del referendum attraverso il quale la maggioranza dei cittadini si disse contraria, ma fece abbattere tutti gli alberi SANI, dichiarando che erano malati.

    Per rispondere alla tua giusta domanda, spero che finisca presto questo amobimio e stupro continuo della vita, dell'ambiente.

    Un caro saluto anche a te
    Barbara

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  3. Quando sono emerso dalla metropolitana del Duomo ho visto questo gigantesco albero. Lo trovo inquietante. Ora che so quale trattamento ha subito lo trovo insulso. Che schifo.

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  4. Già, fa pensare come la natura sia ormai considerata mero oggetto da plasmare a piacimento per ogni bizzarria umana.
    Condivido Davide, disgustoso.

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