martedì 24 agosto 2010

In Puglia ci manca solo il nucleare, per il resto è l'Eldorado della green energy in tutte le sue forme. Alla soddisfazione di chi ha promosso il proliferare dei megaparchi eolici o fotovoltaici che siano, premiando «anni di ricerca, lavoro e investimenti finalizzati all'attuazione di una innovazione tecnologica», fanno da contraltare dubbi e preoccupazioni che si levano dai territori interessati; lasciano perplesse, infatti, le pale eoliche che producono energia elettrica in perdita, considerando che per ogni chilowattora di energia elettrica prodotta, il contribuente ne paga tre.
Il vero business dell'eolico deriva dall'incentivo pubblico che va ad arricchire i soliti furbacchioni dal momento che gli utenti non ricavano alcun beneficio e il territorio viene letteralmente divorato. Anche i più acerrimi difensori di queste scellerate pseudopolitiche ambientaliste non possono non considerare la diminuzione repentina dei campi ad uso agricolo e la presunta violazione delle aree Zps (Zona a protezione speciale) o gli strani intrecci con società locali come si evince dall'inchiesta del sostituto procuratore della Repubblica di Bari Renato Nitti in merito al parco eolico dell'Alta murgia zps dove sono state erette 256 torri eoliche. Tutti dati che fanno riflettere sulla "opacità" con cui certi affari vengono gestiti.
E fa pensare anche la reazione del sindaco di Palo del Colle, in provincia di Bari, Luigi Viola che ha dichiarato di non essere a conoscenza del parco eolico che l'Enel vuole realizzare nelle campagne confinati con i comuni di Binetto, Mariotto e Palombaio, un parco di trentasei aerogeneratori, pari a 2000 kw. In pratica la richiesta di assoggettabilità e valutazione di impatto ambientale giunta al Comune tramite posta il 9 luglio 2010, non è passata dal gabinetto del sindaco e l'ufficio tecnico tramite il responsabile l'ingegner Scicutella ha proceduto alla pubblicazione dell'avviso, generando l'indignazione del primo cittadino che ha minacciato provvedimenti disciplinari. Onestamente c'è da chiedersi come mai al sindaco sia sfuggito un progetto di queste dimensioni, chi non ha fatto recapitare la documentazione, possibile che l'incartamento sia arrivato all'ufficio tecnico bypassando il primo cittadino di Palo del Colle?. E'un altro giallo pugliese del'estate 2010 come le delibere della Regione introvabili e non accessibili, ma è agosto i funzionari sono in ferie (tutti) e la politica si rallentata!
Va da se che se il comitato cittadino pro-ambiente di Palo non avesse fatto pressioni circa il corretto espletamento della procedura, probabilmente il sindaco non avrebbe saputo nulla e non avrebbe richiesto la proroga della scadenza dell'avviso (23 agosto 2010) alla Provincia per consentire al Consiglio Comunale, alle associazioni ai partiti di produrre osservazioni e potersi democraticamente esprimere, e i cittadini palesi si sarebbero ritrovati le campagne "arricchite" di torri alte 100 metri.
Questa è una delle tantissime contraddizioni che costellano la Puglia felix, terra del sole e del mare, nuova frontiera degli affari i cui rischi sono residuali se confrontati al grande valore dell'incentivazione italiana, che, rispetto alle altre nazioni europee, rappresenta un'anomalia evidente se si analizza la stridente quantità di finanziamento pubblico che l'Italia destina alle rinnovabili, basta dare un'occhiata alla seguente tabella del rapporto Eurobserver pubblicata da "Quale energia" nell'aprile del 2008:

Nazione Tipo d'incentivo Durata dell'incentivo (anni) Incentivo (c€/kWh)
Germania Tariffa 20 €5,3
Francia Tariffa 15 €8,2
Austria Tariffa 10 €7
Spagna Tariffa 20 €6,9
Grecia Tariffa 20 €7,3
Paesi Bassi Sussidio 10 €6,5
Portogallo Tariffa 15 €7,4
Regno Unito Certificati Verdi - €5,6
Italia Certificati Verdi 15 €13,9

Sono numeri che parlano di un eldorado su cui si sono buttati a capofitto le grandi lobby occultate da una rete capillare di microsocietà diffuse sul territorio. Un giro d'affari spaventoso che trova conforto nell'assenza delle linee guida nazionali per l'autorizzazione unica alla realizzazione di impianti da fonti rinnovabili, un vuoto legislativo che ha dato vita a normative regionali spesso contraddittorie rispetto alle indicazioni del Dlgs 387/2003 e delle direttive europee del 2001.
Per esempio in Puglia si era deciso che le soglie delineate dal decreto circa la potenza degli impianti era troppo bassa e così nella legge 31 del 21 ottobre 2008 art. 3 (dichiarato incostituzionale sentenza 26 marzo n.190) fu stabilito che bastava solo una DIA per concedere l'autorizzazione prevista.
Fermo restando che si auspica una capillare diffusione del fotovoltaico sui tetti delle abitazioni e degli edifici pubblici, c'è da scongiurare l'ipotesi di uno stato di calamità ambientale artificiale che la politica energetica spinta sta determinando con l'approvazione di migliaia di progetti di torri eoliche e di ettari di terreno per il fotovoltaico.
Adele Dentice
Per il Bene Comune

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